La persona e il contesto lavorativo


La persona e il contesto lavorativo

Il lavoro

Il lavoro è un aspetto fondamentale nella vita di tutti i giorni di una persona, non solo perché la rende indipendente e la mantiene ma ha anche una forte influenza sulla definizione dell'identità di un soggetto e sulle persone che frequenta. 
La psicologo Marie Jahoda (1907 - 2001), che ha studiato l'importanza nella vita di una persona del lavoro, ha elaborato cinque funzioni del lavoro:
- struttura il tempo;
- permette contatti sociali;
- costruisce un'identità sociale e un ruolo:
- collega scopi individuali e collettivi;
- garantisce un'espressione delle proprie potenzialità.
Nelle società industrializzate, come la nostra i lavoratori non sono motivati solo per lo stipendio, ma soprattutto dall'iniziare a mettere in pratica le proprie potenzialità, dopo la fase di formazione, che assume un ruolo importante quando si inizia a lavorare, quindi si diventa soggetto attivo.
Il lavoro ha un posto importante nella vita di tutti i giorni anche per le relazioni umane che si creano con i colleghi 
Parallelamente ai legami affettivi anche la sfera lavorativa è vissuta dall'individuo come una realtà dove motivazioni, interessi e aspirazioni contribuiscono allo sviluppo del benessere di un individuo.

Motivazione e Atteggiamenti

Al lavoro il comportamento e le azioni compiute dagli individui, non sono solo legati all'esecuzione di compiti specifici ma anche alle conseguenze che lo svolgimento di questi compiti può portare. 
Ci sono alcuni fattori che vanno tenuti presenti nel rapporto tra compiti lavorativi e motivazioni individuali, i quali sono:
- il piacere di quello che si fa;
- la desiderabilità degli obiettivi;
- la raggiungibilità di questi obiettivi.
Il fattore più rilevante però è l'atteggiamento di un individuo nel raggiungere un determinato obiettivo.
Quando una persona crede che con il suo impegno sul lavoro potrebbe ricevere una promozione, avrà una forte motivazione al raggiungimento dell'obiettivo, ma se una persona sa che riceve promozioni solo chi è simpatico al superiore, la sua motivazione sarà inferiore.
Ci può essere anche il caso in cui la persona non creda di avere le competenza necessarie a raggiungere un obiettivo.

Controllabilità e autostima

La motivazione è molto dipendente dall'impressione di controllabilità degli esiti delle proprie azioni.
Un organismo a più probabilità di successo se in grado di controllare e influire su quello che succede.
Inoltre una persona dotata di controllo ha più potere e quindi riesce meglio nei suoi obiettivi.
La ricerca di controllabilità contribuisce ad avere di sé un'immagine forte ed efficace. L'efficacia di una persona determina la voglia che ha una persona di affrontare un problema in base alla sua sensazione di poterlo risolvere. La percezione di efficacia incide sull'autostima e sulla motivazione.
Le persone con una bassa autostima tendono a sabotare i propri comportamenti. Questi sabotaggi vengono chiamati strategie autolimitanti.




Rapporto tra controllabilità e impegno

La percezione della controllabilità sull'obiettivo dei nostri sforzi influenza anche il nostro impegno:
- un lavoro ripetitivo: poco motivante
- un'attività con scarsa controllabilità e molto sforzo: poco motivante
- un lavoro poco impegnativo con le decisione che hanno influenza: poco stimolante
- un lavoro attivo e motivante: controllabilità elevata e impegno alto




Quelli dalle mezze maniche di G. Courteline

Nel 1893, Georges Courterline pubblicò un romanzo "Quelli delle mezze maniche", l'autore scrisse questo libro dopo aver lavorato per quattordici anni come impiegato presso la Direzione  dei culti al Ministero dell'Interno francese. Infatti il libro è stato chiamato in questo modo perché gli impiegati indossavano sopra le maniche dei propri abiti delle mezze maniche di tela nera ai tempi in cui c'erano ancora i pennini e l'inchiostro di china, per prottegrsi dalle macchine.
Courterline, non era mai stato un'impiegato modello, infatti molte volte lasciava il suo lavoro a una sua collega che si prendeva anche la metà del suo stipendio. Come scusa, ogni volta che non andava diceva che gli era morto un parente. Un giorno venne convocato in ufficio dal capo ufficio, che si chiede spiegazioni e che gli dice che deve iniziare a lavorare come i suoi colleghi.
L'intero romanzo evidenzia un senso estremo il senso di inutilità peri il singolo individuo all'interno di un'organizzazione spersonalizzata, che non riescono a far capire ai membri l'utilità e la funzione del loro lavoro.
Nel testo si parla anche di un fenomeno presente in molti lavori, l'alienazione, che vuol dire che i lavoratori sono così abituati a svolgere il loro lavoro che ormai non danno nemmeno un senso a quello che fanno, questo si può intuire da questa frase detta da Lahrier, il protagonista, alla sua fidanzata Gabrielle: "Ascolta, è un fatto molto curioso. Alcuni, i corrispondenti, scrivono lettere che non significano alcunché e gli altri, gli addetti alla segreteria, le ricopiano. A questo punto entrano in scena i commessi d'ordine che timbrano in blu i documenti dell'incartamento, registrano le copie e spediscono tutto a persone che non leggono una parola. Ecco tutto. Il personale degli uffici costa centinaia di milioni allo Stato








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